Renata Boero | Teleri

La mostra, visitabile fino al 9 novembre, promossa e organizzata dal Comune di Macerata, dall’Accademia Belle Arti, dall’Università degli Studi di Macerata con il patrocinio della Provincia di Macerata e della Fondazione Marche Cultura.
Annoverata fra le figure femminili di spicco nell’arte del secondo Novecento, Renata Boero è attiva sulla scena internazionale dagli anni Sessanta, prevalentemente con cicli pittorici in cui vengono esplorate le potenzialità dei pigmenti ottenuti da radici, erbe, tuberi e altri elementi naturali, trattati attraverso la bollitura e l’ammollo sulla tela, che assorbe il colore. Vengono, così, generati segni che danno ritmo al racconto cromatico. Una ricerca che trova la perfetta espressione in lavori di grande formato, caratterizzati da reticolati di tinture, nei quali il tempo e la memoria sono protagonisti del processo creativo e guidano l’interazione tra natura e spiritualità. Lo si può vedere nei grandi teleri esposti fra cui alcuni Cromogrammi, nelle Ctò-nio-grafie descritte invece da “scacchiere” più nette e da tonalità più delicate, esito della permanenza nel terreno per lunghi periodi, come nella composizione Fioritura 1 (1990-2000). In Cromogramma Giallo (1970-1975), la composizione orizzontale è suddivisa in quattro fasce parallele di rettangoli irregolari i cui colori variano dal giallo intenso e materico, nella parte superiore, a tonalità più profonde nella seconda, più calde e equilibrate nella terza. Questa opera suggerisce un processo di trasformazione lento e stratificato. Una simile scansione degli spazi si ritrova anche in Cromogramma (1975-1980) in cui una griglia scandita da fasce di colori scuri e intensi sono attraversati da sfumature di verde, rosso e giallo. I pigmenti, spesso assorbiti nel tessuto o applicati in modo più trasparente, lasciano affiorare la grana della tela e le tracce del tempo. In Cromogramma Terra (1980-1990), invece, i toni sono più caldi, la superficie risulta più testurizzata da pigmenti naturali che evocano una forte connessione con la materia e con il ciclo vitale, oltre a richiamare processi di ossidazione e decomposizione. Ctò-nio-grafia “Paesaggio in rosa” (anni 2000) crea, con la sua forma quadrata, una composizione molto equilibrata in cui predominano sfumature di rosa e velature scure, con tracce che sembrano assorbite nel tempo. Nel dittico Ctò-nio-grafia, realizzato anch’esso negli anni 2000, le tele mostrano con una griglia di rettangoli piegati e trame visibili cromie terrose, rosate, violacee, con interventi di nero e marrone fra cui alcune zone molto dense e tridimensionali. L’opera richiama processi organici e naturali, legando arte, corpo e tempo in un processo alchemico. Allusivo alla ciclicità, alla crescita e alla trasformazione è Fioritura 1 (1990-2000) che si presenta come un mosaico organico composto da tessere che evocano elementi naturali come cortecce, fiori e terra. I colori sono vibranti e intensi, con tonalità calde, intervallate da punte di blu e violetto. La composizione sembra espandersi lungo un asse centrale, come se la tela avesse assorbito la natura stessa, e la superficie ondulata, che poggia direttamente sul pavimento, aumenta il senso di contatto diretto con lo spazio e con l’osservatore. Approfondisci qui.