Castello di Dignano

Dignano è un antico borgo montano sorto su rovine romane. Fu castello dei Baschi, poi dominio di Camerino. Restano tracce della cinta muraria e una tela della scuola del Perugino nella chiesa parrocchiale.
Il borgo, situato a 885 m s.l.m nell’Altopiano Plestino, gode un’ampia vista sulla sottostante piana. Le origini del toponimo sembrano risalire al prediale in-anum di epoca tardo-romana (IV-V secolo), testimoniato anche da alcune tombe rinvenute nei pressi dell’attuale cimitero. Secondo lo studioso Mengozzi, l’abitato sorse sulle rovine dell’antica città romana di Plestia. Su un’altura di fronte al paese, in località detta ancora oggi “il Castello” (m 1059), si trovava un castelliere preistorico considerato luogo sacro. Fino a pochi decenni fa, durante l’Ascensione, i fedeli vi salivano in processione portando sulle spalle una pietra come atto penitenziale, in analogia con i pellegrinaggi europei a Santiago di Compostela. Nel Medioevo, Dignano fu uno dei castelli appartenenti ai Conti di Baschi, signori ghibellini dell’Umbria. Il 27 gennaio 1240, il cardinale Sinibaldo Fieschi (futuro papa Innocenzo IV) donò al Comune di Camerino una serie di castelli, tra cui Dignano e Serravalle. Tuttavia, già nel 1296, papa Bonifacio VIII rivendicava per la Chiesa la giurisdizione su queste terre, confiscate ai Baschi. Dal 1265 il castello fu incluso nel distretto di Camerino e godeva di uno statuto speciale: era un feudo esente da tributi verso la Camera ducale di Spoleto. L’organizzazione difensiva di questa zona fu rafforzata dal Comune di Camerino nel 1263 con la gestione dei castelli di Dignano, Serravalle, Elci, Percanestro e Rocchetta. Dignano era quindi parte di un sistema militare strategico tra le giurisdizioni comunali di Camerino, Foligno e Spoleto. Il castello fu al centro di contrasti con i vicini di Colfiorito, appartenente a Foligno. La vicinanza tra le due fortificazioni e l’ambiguità dei confini, accentuata dalla presenza della palude plestina, generava frequenti contese. Uno scontro, di cui non si conoscono le cause, portò nel 1345 a un incontro tra Ugolino Trinci (Foligno) e Gentile da Varano (Camerino), che concordarono una pace e delimitarono i confini attraverso canali chiamati "forme", ora scomparsi. Nel 1264, il conte Tommaso di Bonconte dei Baschi vendette il castello di Dignano a Rinaldo di Napoleone per 3000 libre. Nel periodo tra il XVI e il XVIII secolo, il borgo contava circa 80 fuochi, pari a una popolazione tra 400 e 450 abitanti. La visita apostolica del vescovo Camaiani (1573) registrava 90 famiglie. Ecclesiasticamente, Dignano dipese a lungo dalla Pieve di Plestia, inserita nella diocesi di Foligno almeno fino al 1239; successivamente passò a quella di Nocera Umbra. Ancora oggi, la parrocchia di Dignano fa parte della diocesi nocerina pur essendo nel comune marchigiano di Serravalle. Sul piano socio-economico, anche Dignano ebbe un proprio Monte frumentario, istituito probabilmente nel tardo Cinquecento per sostenere la popolazione contadina. Nel 1638 il vescovo Virgilio Florenzi ne riformò gli statuti e lo dotò di 40 rubbie di grano. L’ente fu soppresso nel 1861. Nel 1927, molte frazioni di Serravalle, tra cui Dignano, richiesero l’annessione al Comune di Foligno, rivendicando la propria identità territoriale e culturale legata all’area degli Altipiani Plestini. Il castello ha perso gran parte del suo aspetto originario: delle strutture difensive restano solo un tratto della cinta muraria e un bastione sul lato ovest. L’interno è stato ampiamente ristrutturato dopo il terremoto del 1997, che ha cancellato molte testimonianze architettoniche medievali. Rimane una finestra quattrocentesca nel cosiddetto Palazzetto Corsi e un altro edificio con portale e finestre seicentesche. Nella chiesa parrocchiale è conservata una tela attribuita alla scuola del Perugino (XV secolo).