Ricettività
Chiesa del SS. Crocifisso d’Ete o Santa Croce

Chiesa del SS. Crocifisso d’Ete o Santa Croce

La Chiesa del SS. Crocifisso d'Ete, edificata nel XVI sec. è conosciuta anche come Chiesa di Santa Croce, si trova in una zona periferica del territorio moglianese, al confine tra Montegiorgio e Francavilla d’Ete.

Pur essendo una chiesa di campagna, l'edificio si distingue per la sua imponente struttura e si configura come una pregevole testimonianza artistica e architettonica del territorio. Il complesso ha origine da un'antica edicola di campagna, sulla cui parete era affrescata una suggestiva immagine del Crocifisso, con la croce sorretta da Dio e accompagnata dai santi Caterina d'Alessandria e l'apostolo Giacomo, raffigurato con le chiavi del pellegrino. Non si conoscono né il periodo né il motivo della sua costruzione; si ritiene però che risalga alla seconda metà del XIV secolo. Può essere considerata una delle numerose pitture che adornavano il territorio, simbolo di una viva religiosità e allo stesso tempo punti di riferimento per pellegrini e viandanti che attraversavano le campagne. Nella seconda metà del 1500, un episodio provocò un radicale cambiamento. Si racconta che, presumibilmente nella primavera del 1578, una pastora soprannominata “la caprara” si rifugiò, forse per sfuggire a un acquazzone, sotto una piccola edicola che ospitava l’immagine del Crocifisso, portando con sé dei maiali. Una voce misteriosa la intimò di andarsene da quel luogo di preghiera. Sconcertata e spaventata, la pastora raccontò l’accaduto, e presto la notizia si diffuse. I moglianesi, seguiti da numerosi forestieri, iniziarono a recarsi sul posto per venerare l’immagine, fino a quel momento trascurata. Contemporaneamente, i prodigi attribuiti a questa icona si moltiplicavano, attirando l'attenzione dell'Arcivescovo di Fermo, mons. Domenico Pinelli, che inviò dei delegati per verificare la veridicità dei fatti. Le offerte dei pellegrini divennero così abbondanti che si decise di costruire una piccola chiesa provvisoria per celebrare le messe, come richiesto dai devoti. La confraternita del Sacramento ne chiese l’amministrazione, che fu concessa dal papa Gregorio XIII con bolla del 1° luglio 1579. Il 1° dicembre successivo, mons. Pinelli, con una bolla, comunicò la concessione di un’indulgenza di quaranta giorni per chiunque avesse visitato la chiesa nelle festività. Le elemosine divennero così numerose che una piccola cassetta non bastò a contenerle; si rese necessario un cassone foderato di ferro, con una barra di sicurezza e piastroni con chiavature, datato 1585, che è tuttora visibile all'interno della chiesa. Nel frattempo, i lavori continuarono: fu realizzata un'apertura nel muro per spostare l’affresco del Crocifisso sulla parete del tempietto, che qualche anno più tardi fu arricchito dai dipinti di Pier Francesco Renolfi da Novara (1594). La chiesa venne infine completata con un ampio portico esterno per accogliere e riparare i numerosi pellegrini che vi si recavano. La planimetria della Chiesa, a navata unica con volta a botte di mattoni a vista, assume la forma di croce latina per l´apertura di due cappelle laterali all'altezza del transetto. Al centro del transetto si innalza un tempietto dorico rinascimentale in pietra moscata a base quadrata e piano superiore ottagonale, chiuso da un capolino con tamburo alleggerito da finestre. Il tempietto richiama quello della Santa Casa di Loreto. All’esterno del tempio sono raffigurate le seguenti scene: Cristo in preghiera nell’orto degli ulivi, la flagellazione e Gesù che cade sotto la Croce. Nella parte interna invece, troviamo l’affresco risalente al XIV sec. raffigurante l’Eterno Padre che sostiene il Figlio Crocifisso. Sempre all’interno risaltano i dipinti del 1594 di Pier Francesco Renolfi da Novara: a sinistra i Santi Martino, Biagio e Lucia e a destra uno raffigurante la Sacra Famiglia e San Giovannino. Nella parte alta interna del tempio, possiamo notare l’Eterno Padre circondato da quattro Profeti e quattro Sibille. A definire la zona inferiore esterna, una trabeazione classica coronata da architravi, entro cui si sviluppa un arco a tutto sesto, impiantato su colonne doriche. Curiosità La denominazione di Santa Croce deriva dal fatto che, nella prima metà del XVIII secolo, un certo Marcelli vi custodì una preziosa reliquia della Croce di Cristo, che aveva portato da Roma. Il sacro legno, secondo la tradizione, sarebbe stato rinvenuto dall’imperatrice Sant’Elena il 3 maggio del 326 durante un viaggio in Terra Santa. La Chiesa del SS. Crocifisso d’Ete continua ad esercitare un fascino particolare sui cittadini di Mogliano e dei paesi circostanti. È infatti tradizione e credenza che, ponendo la mano sul marmo posteriore del saccello della chiesa, dove è raffigurata la “Flagellazione”, si possa percepire la trasudazione del marmo, segno dell'arrivo di una pioggia provvidenziale per il raccolto. Il principale momento di devozione è la festa di Santa Croce, che si celebra ogni anno il 3 maggio. Oltre alle celebrazioni liturgiche, l’occasione è anche una tradizione per ritrovarsi con la comunità e partecipare alla consueta merenda sui prati.

Comune
Mogliano
Indirizzo
Contrada Santa Croce, Mogliano.
Telefono
Confraternita del SS. Sacramento: 3396049624
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