Chiesa di Santa Croce ad Attiloni

La Chiesa di Santa Croce è situata ad Attiloni, si tratta di un modesto santuario, legato da secoli ai cammini della fede, al pellegrinaggio e alla transumanza stagionale. Il nucleo originario dell'edificio risalirebbe al XIII secolo.
L’edificio è situato sul margine orientale della strada che collega Collecurti a Forcella a poca distanza dal percorso Lauretano, lungo un diverticolo che, all’altezza di Cesi, si dirama dai Piani Plestini per snodarsi attraverso l’Appennino fino a Spoleto, seguendo la storica Via della Spina, utilizzata fino a tempi recenti per la transumanza. La chiesetta rappresentava il fulcro di un territorio un tempo gravitante tra i nuclei comunitari di Rocchetta e Percanestro, appartenente alla signoria degli Alviano, di cui rimangono ancora oggi tracce di fortificazioni sparse. Tra il 1264 e il 1265 l’area passò sotto il controllo del Comune di Camerino, quindi ai signori da Varano, e oggi appartiene al Comune di Serravalle di Chienti e alla Diocesi di Camerino. Secondo alcuni storici, la chiesa primitiva sarebbe stata costruita dai monaci benedettini con un impianto diverso per forma e orientamento rispetto all’edificio attuale. Un documento datato all’anno 1000 attesta che la chiesa era già allora sotto la giurisdizione di Plestia, mentre il nucleo originario dell’attuale edificio risalirebbe al XIII secolo. Alla fine del XVIII secolo la struttura fu ampliata verso est con la costruzione del campanile, dell’abside poligonale e della sagrestia. Alla fine del XIX secolo, per consolidare la facciata centrale, venne costruito un contrafforte che comportò la chiusura dell’antico ingresso principale: l’attuale, più modesto, venne aperto sulla destra del nuovo sperone. Tra gli anni Settanta e Novanta del Novecento, la chiesa fu oggetto di una serie di restauri che interessarono le murature, il tetto e la cella campanaria. Danneggiata dal sisma del 1997, fu sottoposta a interventi di consolidamento e ricostruzione delle porzioni crollate, con il rifacimento del tetto e della pavimentazione dell’aula. Nel XIV secolo, Santa Croce di Forcella costituiva una piccola comunità religiosa guidata da un rettore, un chierico, un confratello e nove consorelle. Don Mario Sensi ha tramandato i loro nomi: «Donpnus Iohannes clericus ecclesie s. Crucis de Forcella, cum suis: donpnus Franciscus Moriconi, Buçechus Thomassji, donna Benevenuta, donna Stephania, donna Benaffecta, donna Risa, donna Massaia, donna Diamante, donna Bianca, donna Margarita, donna Christiana». La chiesa, realizzata interamente in pietra e libera su tutti i lati, ha un impianto ad aula unica trapezoidale, con copertura lignea tradizionale a vista. Il presbiterio è rialzato di un gradino rispetto al piano dell’aula. La facciata, orientata a ovest, presenta un tetto a capanna ed è caratterizzata centralmente da un contrafforte che ha inglobato il portale originario. L’attuale ingresso, di dimensioni ridotte, si apre a destra del contrafforte ed è sormontato da un architrave monolitico; una piccola finestra rettangolare è collocata lungo l’asse centrale della facciata. Il lato nord mostra una finestra rettangolare con architrave ligneo e termina, sul lato sinistro, con il campanile a base quadrata in pietra, dotato di cella campanaria in laterizio con quattro fornici a tutto sesto e copertura a cuspide piramidale. Sul retro, il prospetto orientale è dominato dal volume poligonale dell’abside, costruito nel 1920, affiancato sulla destra dalla torre campanaria. Il lato sud, simmetrico rispetto al nord, presenta anch’esso una finestra rettangolare centrale con architrave ligneo e termina a destra con la curva dell’abside, preceduta da un’alta finestra che illumina la sagrestia. Su questo lato sono visibili anche una porta e una finestrella murate. All’interno, la chiesa conserva un importante ciclo di affreschi votivi quattrocenteschi. Tra questi si segnalano la Madonna di Loreto, San Sebastiano, San Lazzaro e una Crocifissione scoperta di recente. Sulla parete di controfacciata, a destra dell’ingresso, è visibile un affresco in parte rovinato con una Madonna con Bambino, di cui rimane solo metà del volto della Vergine. Sulla parete destra, in angolo, si trova un frammento con Sant’Agata, rappresentata con un seno nella mano destra e un libro nella sinistra; poco più sopra, una figura orante non identificabile. Seguono un piccolo affresco deteriorato con San Sebastiano e un riquadro più ampio dove era raffigurata una Madonna con Bambino, ormai quasi del tutto perduta. Accanto alla finestra si trova una Crocifissione con San Fedele che tiene a guinzaglio un drago, datata 1493. Il presbiterio contiene un altare realizzato dopo il sisma del 1997, composto da montanti diagonali in travertino e bassorilievo centrale in bronzo dorato. Due porte ai lati conducono alla sagrestia. Sulla parete fondale campeggia un affresco del 1488, il più antico della chiesa, emerso durante lo smontaggio dell’altare ligneo preconciliare del XVIII secolo. È raffigurata una Crocifissione con, a sinistra, una figura forse interpretabile come il Padre che sorregge la Croce del Figlio, una Madonna con Bambino in trono e Cristo crocifisso; a destra della Croce si riconoscono Sant’Agostino, San Lazzaro con il cane che gli lecca le piaghe, e una santa, forse Santa Barbara. Sulla parete sinistra si apre una finestra, seguita da un affresco frammentario con una Madonna con Bambino e, a fianco, forse San Paolo. In controfacciata si trovano un riquadro con San Rocco e, in una nicchia, una Crocifissione datata 1550 con la Vergine e la Maddalena ai piedi della croce. Sopra l’ingresso, in passato, si trovava una cantoria (che è stata rimossa), che ospitava un pregevole organo settecentesco, opera di Calogero La Monica.