Ricettività
Monastero di Santa Chiara

Monastero di Santa Chiara

Il Monastero di Santa Chiara, le cui origini risalgono al XIV secolo, è ospitato in una moderna struttura antisismica in via Medici e accoglie i pellegrini desiderosi di conoscere la vita e le opere di Santa Camilla Battista Varano.

La storia del Monastero è strettamente legata al casato dei da Varano e ha origine dalla decisione di Giovanni da Varano, nonno di Camilla. Durante i lavori di ristrutturazione delle mura cittadine, egli affidò la custodia delle porte della città a diverse comunità religiose. Così, il 18 luglio 1384, istituì il Monastero di Santa Maria Nova – che in seguito sarà dedicato a Santa Chiara – affidandolo a dodici monaci olivetani. Successivamente, Giulio Cesare da Varano fece trasferire i monaci per dare inizio ai lavori di ampliamento del monastero, destinato ad accogliere la sua figlia prediletta, ormai entrata a far parte della comunità delle clarisse di Urbino. Il 4 gennaio 1484, in obbedienza al Santo Padre, Camilla Battista fece ritorno a Camerino, accompagnata da otto Sorelle provenienti dal monastero urbinate. Sarà proprio lei a dare lustro al monastero – di cui fu a lungo abbadessa – vedendolo prosperare grazie all’arrivo di numerose giovani desiderose di seguire il Vangelo nella forma di vita di Chiara d’Assisi. I suoi scritti mistici e la sua straordinaria esperienza spirituale e umana attirarono l’attenzione di molti, in un tempo di intenso fermento e ricerca di autenticità evangelica. Tuttavia, in quanto figlia del signore della città, Camilla Battista fu coinvolta anche nelle drammatiche vicende politiche della sua famiglia. Nel 1502, durante l’assedio di Camerino da parte delle truppe di Papa Alessandro VI, fu costretta a fuggire. Trovò inizialmente rifugio a Fermo, per poi proseguire fino ad Atri, nell’allora Regno di Napoli. Qui apprese la tragica notizia dell’uccisione del padre e di tre fratelli. Poté far ritorno a Camerino solo nel 1503, in seguito alla morte di Alessandro VI e alla restaurazione del governo dei Varano. Nel 1505 Papa Giulio II la inviò al Monastero di Fermo per ristabilirvi la regolare osservanza, da cui fece ritorno a Camerino un paio d’anni dopo. Nel 1522 si recò anche al Monastero di San Severino Marche per lo stesso motivo. Morì il 31 maggio 1524, probabilmente a causa della peste. Il monastero da lei fondato attraversò nei secoli vicende molto dolorose, tra cui epidemie di peste che causarono molte vittime, inclusa la stessa Camilla Battista. Nel 1799 un violento terremoto distrusse quasi completamente la chiesa e il monastero. Nel 1808 il Regio Demanio ne prese possesso, pur permettendo alle Sorelle di rimanervi. Tuttavia, nel 1810 la comunità fu sciolta e si ricostituì solo dieci anni dopo. Fino ad allora era stata osservata la povertà assoluta secondo la Regola di Santa Chiara. Ma, per alleviare l’estrema miseria in cui versavano le Sorelle, Papa Pio VII dotò il monastero di beni stabili, che tuttavia furono nuovamente espropriati dall’autorità civile nel 1861. Nel 1866 le clarisse ricevettero l’intimazione di abbandonare il monastero, destinato a diventare un ricovero e una scuola di ostetricia. Le religiose si ritirarono in alcuni locali, cedendo i restanti al municipio. Nel 1896 le Sorelle riuscirono a stipulare un regolare contratto di compravendita con il sindaco, tornando così in possesso del loro monastero. Durante la Prima Guerra Mondiale, il complesso fu requisito e trasformato in ospedale militare. Le clarisse furono costrette a trasferirsi temporaneamente nel Monastero di San Salvatore, dove rimasero dall’ottobre 1917 al marzo 1919. Nonostante le molte difficoltà, il monastero ha vissuto anche momenti di gioia e riconoscimento, segnati dalla visita di due Pontefici: Gregorio XVI, il 6 settembre 1841, e Pio IX, l’11 maggio 1857. Il primo accolse con benevolenza le istanze delle Sorelle per il riconoscimento del culto alla Beata Battista e, il 7 aprile 1843, firmò il Decreto di Beatificazione, concedendole l’Ufficio e la Messa. Pio IX venerò le sue spoglie e concesse l’indulgenza plenaria per il giorno della festa, il 2 giugno. L’autografo del Papa e la penna usata per firmare il decreto sono oggi conservati nel museo annesso al monastero. Anche Paolo VI, quando era ancora il cardinale Giovanni Battista Montini, visitò il monastero in pellegrinaggio alla Beata, sua protettrice, accompagnato da un gruppo di giovani della FUCI. Ulteriori momenti significativi nella storia del monastero furono le visite di diversi Ministri Generali dell’Ordine: padre Luigi da Parma, padre Serafino Cimino, padre Leonardo Maria Bello e, più recentemente, padre José Rodriguez Carballo. Tra i capitoli più preziosi della sua storia, vi è l’iter del culto verso la Beata Battista. Il processo di canonizzazione, avviato nel 1879, si è concluso nel 2005 con l’approvazione dell’intero iter e, il 12 luglio 2007, con la chiusura del processo diocesano per il riconoscimento del presunto miracolo. L’evento attribuito alla santa riguarda la guarigione istantanea di Clelia Ottaviani, una bambina di Camerino affetta da rachitismo. Dopo essere stata portata davanti all'urna della Beata, Clelia riprese a camminare senza più alcuna deformazione. Il 18 giugno 2009 la commissione medica vaticana ha riconosciuto come scientificamente inspiegabile il miracolo attribuito alla Beata. Questi riconoscimenti hanno aperto la strada alla sua canonizzazione, celebrata da Papa Benedetto XVI il 17 ottobre 2010 in Piazza San Pietro.

Comune
Camerino
Indirizzo
Via Medici Ansovino, 20, 62032 Camerino (MC)
Telefono
+39 0737 690195
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