Patrimonio artistico
Urbanitas di Apiro

Urbanitas di Apiro

Il gruppo folkloristico Urbanitas di Apiro nasce nel 1933; grazie all’impegno costante dei suoi promotori e alle numerose esibizioni nelle piazze marchigiane, in molti festival italiani ed europei, è ormai riconosciuto come uno dei migliori d’Italia. L’associazione Urbanitas ha contribuito a mantenere viva e a diffondere la tradizione e la cultura rurale marchigiana: negli anni ha recuperato un notevole repertorio di canti e danze che abbraccia quasi due secoli. Dopo un periodo iniziale di attività limitata alla sola regione, il gruppo Urbanitas negli anni Sessanta ha cominciato a operare su tutto il territorio nazionale, partecipando anche alle riprese del film di Dino Risi “Straziami, ma di baci saziami”, con Nino Manfredi. Gli anni Settanta hanno visto la progressiva affermazione della compagine in ambito europeo e, nello stesso periodo, ha mosso i primi passi anche il Minigruppo Urbanitas, composto esclusivamente da bambini dai cinque ai dieci anni, cui è affidata l’eredità della nostra tradizione. Dal 1970 l’Associazione collabora con l’Amministrazione Comunale per l’organizzazione del Festival Internazionale del Folklore “Terranostra” di Apiro. Il folklore del gruppo riecheggia lo spirito della regione da cui proviene, una terra di lavoratori e contadini: tutti i balli si rifanno alle attività stagionali della campagna (trebbiatura, vendemmia, etc.), la fine dei quali rappresentava sempre un’occasione di gran festa. Le danze sono allegre e veloci ed esprimono gioia di vivere e di divertirsi. Tra queste emerge, per il suo ritmo incalzante, il Saltarello marchigiano. Lo spettacolo del gruppo Urbanitas dura circa due ore: ogni ballo è eseguito da un numero di coppie che va da 8 a 12. Durante le esibizioni, le musiche sono suonate dal vivo, accentuando il carattere genuino di queste rappresentazioni, da un’orchestra composta da fisarmoniche, organetto, chitarre, basso acustico, cembalo, clarino e triangolo. Sono in dotazione al gruppo due costumi: uno da lavoro, più semplice, e uno per la festa o più precisamente per il giorno del matrimonio, dai colori più accesi e ricco di pizzi e nastrini. Entrambi risalgono al periodo napoleonico. Le stoffe sono tessute a mano su telai in legno, mentre i pizzi sono realizzati all’uncinetto e ai ferri. Molti pizzi sono ancora originali; quelli di nuova realizzazione rispettano fedelmente la tradizione.

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