Arte e Cultura
Il trittico

Il trittico

L’originale polittico, proveniente forse anch’esso dalla chiesetta Arcangelo o addirittura dalla stessa chiesa di S. Martino dove è attestato fino al XVIII secolo sull’altare maggiore, si presenta agli occhi del visitatore mutilo della parte superiore.

In un secondo gradino si conservano ancora oggi frammenti della firma del pittore veneto Vittore Crivelli e della datazione risalente al 1490, tuttavia resta il dubbio se la tavola appartenga a questa opera. Domina al centro del trittico la figura della Madonna coronata in trono che sorregge delicatamente sulle sue ginocchia Gesù comodamente seduto su un cuscino.

Il Bambino è colto nell’atto di impartire la benedizione mentre volge lo sguardo in alto verso la tavola raffigurante la Crocifissione, preannunciata dal pettirosso che stringe nella mano sinistra. La tradizione popolare vuole infatti che l’uccello si sia macchiato il petto togliendo una spina dalla corona di Gesù.

Ai lati del trono due arcangeli fanno capolino da dietro una siepe: S. Michele è l’angelo della morte e il giudice delle anime, S. Gabriele è il messaggero della vita che annuncia a Maria la nascita del Redentore. Appesi ad una canna, poggiata sul dossale dorato, decorano lo sfondo una melograna simbolo della Chiesa e della rinascita e una mela simbolo del peccato originale. La scena della Crocifissione è situata entro un paesaggio fantastico delimitato nella parte superiore da una fascia dorata a sottolineare la distanza e la separazione tra il mondo degli uomini e quello di Dio. Abbraccia la Croce la Maddalena addolorata mentre, ai piedi di Cristo, Maria e Giovanni piangono esprimendo tutto il loro dolore.

Nel cielo aureo si levano tre serafini intenti a raccogliere il sangue che sgorga dalle piaghe del Redentore. fondo dorato dei pannelli e il rigoglioso tappeto erboso, proprio del naturalismo minuto ed empirico della tradizione gotica internazionale, suggeriscono l’unità della scena dipinta nell’ordine inferiore dove sono raffigurati su piedistalli i Ss. Martino a sinistra e Antonio Abate a destra, entrambi nell’atto di volgersi devotamente alla Madonna e al Bambino. Nonostante le alterazioni subite dal logorio del tempo le paraste e i pilastrini della cornice sono decorati e dipinti a tempera, evidente segno del tentativo di Vittore di mostrarsi culturalmente aggiornato ed orientato verso i gusti rinascimentali.

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