Storia e Tradizioni
La casa colonica

La casa colonica

La casa colonica tradizionale era situata nel punto migliore per effettuare la vigilanza del fondo e più comodo per le comunicazioni. Era costruita con i materiali più facilmente utilizzabili, spesso di reimpiego. Sulle alture, buona parte del materiale era costituito da blocchi di arenaria estratta dal luogo o dalle immediate vicinanze.
La casa ha tradizionalmente una configurazione rettangolare ed una volumetria abbastanza ampia che viene accresciuta, in alcuni casi, a seconda dell’incremento del nucleo familiare. Le strutture accessorie quali il porcile, il pollaio, l’ovile, in alcuni casi il forno, sono staccati dall’abitazione principale. La capanna degli attrezzi – dove è conservato anche il biroccio – è separata dalla casa ed è posta spesso sull’altro lato dell’aia; talvolta ad essa è annessa proprio la porcilaia e, nella parte superiore, è adibita a magazzino per il grano. Nei pressi, la capanna per il fieno e la paglia e, a portata di mano, i caratteristici pagliai a forma di pera dai quali sporge, in alto, la stanga.
Al piano terra i locali di servizio, primo tra tutti la stalla, poi la stanza per il telaio, la cantina. La cucina, fornita di focolare, è al primo piano sistemata in maniera che le altre stanze ricevano il calore da quella. È questo il centro dell’attività domestica della famiglia; qui si consumano i pasti e qui, attorno all’arola del grande camino, si lavora e si conversa nelle lunghe serate invernali.

Almeno la camera da letto principale – ma spesso anche alcune altre – è sistemata sopra la stalla per utilizzare il calore emanato dagli animali. Una botola apribile facilmente la mette in comunicazione, attraverso una scala a pioli, con la camera da letto del vergaro: il rapido accesso serviva per recarsi a governare le bestie più comodamente in inverno senza passare dall’esterno ed anche per utilizzare la stalla come servizio igienico considerato che non esisteva alcuna struttura di questo tipo.
Il piano superiore – quando c’è – direttamente sotto il tetto, è adibito a magazzino e vi si accede attraverso una scala interna.
L’ingresso all’abitazione al primo piano invece è permesso da una scala a profferlo, cioè sporgente verso l’esterno nell’esigenza di economizzare lo spazio, ed è posta spesso su uno dei lati lunghi.

La rampa è coperta da una tettoia almeno nella sua parte terminale. Nel pianerottolo avanti la porta di ingresso, sotto la loggetta, si facevano piccoli lavori domestici stando all’asciutto quando pioveva e sfruttando per quanto possibile la luce del giorno. E proprio forse su questa scala esterna, scrisse il Leopardi, “siede con le vicine /… a filar la vecchierella / incontro là dove si perde il giorno”. La loggetta, spesso adorna di garofani, gerani e basilico, ornata frequentemente dall’immagine della Madonna attribuisce alla casa colonica eleganza e armonia nella sua semplicità.

Tratto da “Dizionarietto delle Tradizioni e del Mangiare” del sito della Comunità Montana dei Monti Azzurri.

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