Arte e Cultura
Chiesa di San Francesco di Corridonia

Chiesa di San Francesco di Corridonia

La chiesa di San Francesco di Corridonia è una delle più antiche del paese. Fu edificata, intorno all´anno 1000, dai benedettini del monastero di Santa Croce al Chienti. Dato che la costruirono nei pressi della roccaforte all´epoca esistente in quella zona, la chiamarono Santa Maria in Castello o Santa Maria di fronte al Castello.
Dell´architettura originale non è rimasto praticante niente che ci possa dimostrare il suo aspetto. In seguito ad alcune donazioni, nelle vicinanze della chiesa vennero realizzati in cimitero ed un convento. Secondo la tradizione del tempo, accanto a questo nuovo luogo di culto venne piantato un olmo. Nel corso degli anni crebbe a tal punto da divenire il simbolo del Comune, che non a caso in quel periodo era ancora conosciuto come Montolmo. Verso l´inizio del 1200 la piccola chiesa di santa Maria in Castello versava in condizioni pessime. Le intemperie che si abbattevano sul colle dove sorgeva rendevano necessari continui lavori di manutenzione. I monaci, però, non avevano risorse sufficienti. Così, il 5 febbraio del 1233, pochi anni dopo la morte di San Francesco, la chiesa venne venduta all´ordine dei frati Minori.

Proprio durante questo periodo, infatti, la presenza dei francescani nella zona era aumentata notevolmente. Ottenute una serie di donazioni, si procedette con la ristrutturazione e l´ampliamento della chiesa e dell´annesso convento. Sotto le maestranze di Giorgio da Como, l´intero complesso acquistò un´architettura di evidente stile gotico, in parte ancora visibile. La chiesa vera e propria, dedicata a San Francesco, venne consacrata solo nel 1399 da Giovanni da Montelupone Vescovo Neopatrense, appartenente allo stesso ordine. Il seguito, il suo pregio crebbe moltissimo, soprattutto grazie alla presenza di pregevoli opere d´arte che vi risiedono tuttora. Per un lungo arco di tempo, praticamente durante tutto il Medioevo fino alle porte dell´Ottocento, allorché venne ingrandita quella dei Santi Pietro, Paolo e Donato, la chiesa di San Francesco fu considerata come quella più capiente ed importante della città. In essa si svolgevano le celebrazioni religiose fondamentali, come l´amministrazione della cresima o la predicazione durante il periodo dell´Avvento e della Quaresima. Nel 1476 venne iniziata la costruzione di un campanile, progetto reso concreto grazie ai contributi del Comune e delle famiglie nobili dei Lepretti e dei Filippini, che si erano trasferiti a Montolmo da Recanati.

Il risultato fu una torre alta 40 metri, abbellita sulla sommità con una serie di maioliche, culminante con una punta di mattoni a vista. Nel 1575, due orologiai maceratesi, mastro Lorenzo e mastro Ippolito, vi installarono il primo orologio pubblico. Vista l´eccellente altezza della struttura, essa venne utilizzata anche come punto di osservazione, utile per segnalare eventuali attacca da parte di pirati saraceni, frequenti in quell´epoca. Successivamente, nel 1566, sotto il pavimento della chiesa vennero impiantate delle catacombe, in cui ospitare i defunti della maggiori famiglie aristocratiche della città. Tali catacombe, nonostante i diversi lavori di ristrutturazione, sono tuttora rimaste quasi del tutto intatte. Durante il periodo del dominio napoleonico, le soppressioni degli ordini religiosi che allora vennero emanati dai francesi, si scagliarono anche contro l´ordine dei Minori conventuali. Nel 1813, il marchese Anton Clemente Ugolini acquistò l´intero complesso, chiesa, convento ed orto. Una parte della struttura tornò poi nelle mani dei francescani grazie all´operato del frate Francesco Bartoloni, il quale fu anche responsabile dell´ammodernamento che, intorno agli anni 1830 e 1850, trasformò quasi completamente il sacro edifico di stile gotico e gli diede la sua fisionomia barocca. La pianta ad un´unica navata ha altari addossati alle pareti, inseriti tra quattro colonne con capitelli corinzi. Al suo interno si conserva inoltre un organo del 1859 opera di “G. Bazzani” e numerose opere d´arte su tela e su tavola risalenti al XVII secolo. All´indomani dell´annessione delle Marche al nuovo Regno unitario, i decreti di soppressione delle corporazioni religiose, predisposti dai piemontesi nella figura di Lorenzo Valerio, colpirono anche l´ordine dei Minori conventuali di Pausula. Le conseguenze più immediate, come era prevedibile, si abbatterono immediatamente sulla vita degli stessi monaci. Attualmente, i locali dell´ex convento dei Minori conventuali sono occupati ancora dalle scuole, anche se, nel corso degli anni, le diverse tipologie di pubblica istruzione si sono succedute diverse volte.

I locali hanno ospitato dal 1908 il nucleo storico dell´istituto professionale (denominato all´epoca scuola di Arti e Mestieri), fondato con il contributo del Comune, dalla Congregazione di carità, del Ministero e della Provincia. La scuola si è trasferita all´inizio degli anni ´60 nel nuovo complesso costruito dall´E.N.A.O.L.I. Dopo aver ospitato anche la scuola elementare, oggi è sede della scuola media. Ulteriori stanze del complesso architettonico sono state predisposte per istituirvi alcuni uffici pubblici, come l´anagrafe e gli uffici elettorali. Diverso è il discorso per la chiesa di San Francesco. Nel 1928 il Comune affidò questo luogo di culto di altissimo valore artistico alla Congregazione dei contadini. L´incarico era quella di provvedere alla sua manutenzione, cosa che venne eseguita fino all´inizio degli ultimi lavori di restauro, risalenti a i primi anni Novanta. Oggi, la chiesa viene utilizzata come Auditorium dove vengono organizzate di carattere artistico e conferenza. D´altronde, i suoi interni sono molto suggestivi. La chiesa è stata dichiarata Monumento nazionale ai sensi della legge n.1089 dell´1.6.1939.

Tratto dalla sezione turismo del sito del comune di Corridonia.

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