Arte e Cultura
Il Lauro Rossi di Macerata

Il Lauro Rossi di Macerata

Nel XVI secolo viene ricavata nel Palazzo Comunale una “sala della Commedia che resta operante fino al 1662, quando il Governatore della città, monsignor Agostino Franciotti, propone la costruzione di un teatro stabile nella “Sala grande” del palazzo del Magistrato. Un primo progetto con un “modello di bassorilievo” arriva da Venezia, portato dal capitano Giambattista Franceschini, uomo “molto versato in materia scenica”. Il progetto definitivo è di Cornelio Felici e del pittore sanseverinate Giulio Lazzarelli (1607 -1667),che dipingono anche le scene. La sala è inaugurata il 31 agosto 1663,festa del patrono San Giuliano.

Il teatro si rivela però troppo piccolo per le esigenze della città ed appena un anno dopo,nel 1664,viene demolito e ricostruito su disegni inviati da Fano dal grande architetto teatrale e scenografo Giacomo Torelli (1608 -1678). Nel 1765 quarantasei nobili maceratesi costituiscono un condominio teatrale per realizzare un nuovo teatro pubblico “nell’istesso sito ma in forma più amplia” di quello esistente. L ’incarico di progettazione è affidato al più grande architetto teatrale del tempo, Antonio Galli detto il “Bibbiena (1677 -1774), il quale invia una progetto che ricorda il suo maggiore capolavoro, il Teatro Comunale di Bologna. Si calcola che è impossibile realizzare il disegno inviato dal Bibiena per mancanza di spazio nell’area destinata alla costruzione. Viene pertanto conferito nel 1769 l ’incarico all’architetto imolese Cosimo Morelli (1732 -1812), che tanti splendidi teatri darà alle Marche,per adattare il progetto e dirigere i lavori di costruzione, cosa che il Morelli fa senza stravolgere con le lievi modifiche apportate il progetto originale del Bibiena, che mantiene a pianta a campana, i quattro ordini di palchi centinati e mossi da plastici balconcini estradossati “a bauletto ”con balaustre a rilievo. Ad essi si aggiungono gli otto palchi di proscenio stretti fra i binati di colonne composite. La sala presenta un originale ed elegante prospetto urbano:una vera e propria idea di città nel teatro, costituendo,con le sue raffinatezze tardobarocche, e l ’unica e affascinante testimonianza marchigiana di teatro all’italiana.

L ’edificio teatrale viene inaugurato nel 1774 con l ’esecuzione dell’opera Olimpiade del compositore napoletano Pasquale Anfossi con libretto di Pietro Metastasio. Nel successivo clima tardo – illuminista e neoclassico matura diverse volte l ’idea di rinnovare totalmente il teatro ed a questo scopo presentano dei progetti Giuseppe Lucatelli (1811), Antonio Mollari (1814) e Pietro Ghinelli (1833),ma nessuno viene fortunatamente realizzato, salvando il meraviglioso impianto bibianesco. Del progetto del Ghinelli viene realizzato nel 1835 soltanto l’elegante scalone a tenaglia. Nel 1855,su progetto di Agostino Benedettelli, il quarto ordine di palchi è trasformato in oggione con parapetti neoclassici a “transenna ”.Nel 1870 l ’ingegnere Mario Monti di Milano e il decoratore bolognese Luigi Samoggia ricevono l ’incarico di procedere ai restauri conservativi resi necessari dal tempo. Essi procedono in modo quanto mai rispettoso, introducendo le uniche novità della platea inclinata e dell’inserimento del lampadario a saliscendi. Nel 1884 il teatro è intitolato al musicista maceratese Lauro Rossi (1812 -1885),autore di una trentina di melodrammi fra cui ricordiamo I falsi monetari (1844),L ’alchimista (1853) e La contessa di Mons (1874). Rossi è stato anche direttore dei Conservatori di Milano e di Napoli.Un attento e intelligente restauro, conclusosi nel 1989,ha restituito alla sala l ’antica fisionomia,liberandola da tutte le incrostazioni decorative. Capienza di 550 posti.

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