Arte e Cultura
Il Nicola Angeletti di Sant’Angelo in Pontano

Il Nicola Angeletti di Sant’Angelo in Pontano

Il teatro comunale dedicato a Nicola Antonio Angeletti, un patriota santangiolese del Risorgimento al quale è intestata anche la piazza principale del paese, si trova salendo per la via di San Nicola, qualche decina di metri dopo la torre dell’Orologio, dove inizia l’ascesa per salire a quello che una volta era il girone ed il castello. Il teatro N. A. Angeletti è uno dei 70 teatri storici della nostra regione, ed uno dei 23 della provincia di Macerata.

All’esterno appare come uno dei tanti antichi edifici del centro storico, all’interno è una bomboniera.
Questo palazzo fino quasi la metà dell’ottocento fu la sede del Comune: qui si riunivano i massari prima poi il gonfaloniere con gli anziani. V’era anche la sala per le riunioni del consiglio comunale, e questa sala già nel secolo XVIII veniva anche concessa ed usata per recite, spettacoli e feste da ballo.
Nella parte seminterrata del palazzo, accessibile dal disotto, v’era il forno comunale per il “pan venale e casaleno”, che è stato in funzione sino oltre la metà del secolo scorso. Dal lato opposto al forno, in un altro seminterrato, v’era un pistrino ovvero frantoio per le olive.
Quando dopo il 1880 la sede comunale, sistemata in un primo tempo nell’ex convento francescano in piazza, fu spostata nel monastero che le Benedettine erano state costrette a lasciare, si pensò subito d’utilizzare il fabbricato resosi disponibile per costruirvi un teatro, come già era avvenuto in altri paesi circonvicini. Già nel 1866 l’amministrazione comunale aveva stanziato le prime 100 lire allo scopo. Si costituì allora una società di 19 condomini che, con le loro quote e con altri stanziamenti comunali, riuscirono ad iniziare a portare a termine l’opera, per la cui realizzazione fu necessaria una somma di poco inferiore alle 10.000 lire.

Progettista del teatro fu l’Ing. Vermiglio Vermigli e capomastro costruttore Quirino Latini, entrambi santangiolesi. I lavori di decorazione furono eseguiti dal pittore Pietro Giovanetti di Ancona, che nel 1877 aveva già decorato il teatro comunale di San Ginesio e precedentemente altri. Il teatro fu inaugurato la sera del 16 settembre 1883.
La struttura è a ferro di cavallo. Al palcoscenico di scena, chiuso da un bel sipario sul quale è raffigurato il busto di Nicola Antonio Angeletti, illustre protagonista santangiolese del Risorgimento Italiano, fanno corona ben 22 palchi, scanditi da balaustre con cornici in legno dorato e rivestimento di velluto rosso sul poggia mano, suddivisi in due ordini, che insieme alla platea ed al loggione sottostante i palchi consentono una capienza di 100 spettatori.
Il Giovanetti abbellì la sala con notevole maestria. Sul soffitto egli dipinse quattro medaglioni con i ritratti di Rossigni, Godono, Alfieri e Bellini; intercalati a questi medaglioni pose altrettanti ovali con raffigurate le allegorie delle quattro principali arti teatrali: la tragedia, la commedia, la musica e la poesia. Con motivi floreali e musicali completò il tutto, ottenendo dall’insieme un ottimo risultato.

Dal giorno della sua solenne inaugurazione ufficiale, che, come detto sopra, avvenne il 16 settembre 1883, il Teatro fu un luogo di ritrovo e di svago per i santangiolesi e divenne soprattutto luogo di incontro per i giovani. Oltre alle feste danzanti e veglioni organizzati per Capodanno e nel periodo di Carnevale, nel corso dei quali nascevano amori e si creavano le basi dei fidanzamenti, il Teatro dava la possibilità a tante persone, giovani e meno giovani, di cimentarsi in modo diretto ed attivo nelle arti teatrali. La Società Filodrammatica attirò infatti sempre molta gente e si può dire che, a parte i giorni di rappresentazione, era il Teatro un luogo di ritrovo in occasione delle numerose prove di preparazione delle recite stesse, quando nelle fredde sere d’autunno e d’inverno, si calcava il palcoscenico riscaldati da qualche fumosa stufa e dalla brace rosseggiante contenuta nei caratteristici scaldini di terracotta, portati da casa, che si tenevano in mano.

Anche il Cinematografo fece il suo ingresso in teatro e ciò avvenne solo dopo l’ultima guerra mondiale, quando cambiarono i tempi e la mentalità: prima, infatti, proiettare i film nel teatro era considerata cosa disdicevole e non opportuna. Fu allora attrezzato a cabina di proiezione il palco centrale del secondo ordine e lo schermo bianco venne posizionato di fronte al sipario.
Oltre che per la proiezione di films, il teatro venne usato ancora per spettacoli, veglioni e feste varie sino a tutto il decennio 1960-1970, ma sempre più raramente, fino a che non si giunse alla sua definitiva chiusura in quanto non aveva più i requisiti di sicurezza ed i servizi richiesti dalle norme vigenti.
I lavori di restauro, iniziati il 30 aprile 1998, sono durati per circa 9 anni.
E’ stato riaperto al pubblico il 10 settembre 2007.

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