Arte e Cultura
Arena Sferisterio di Macerata

Arena Sferisterio di Macerata

Lo Sferisterio è l’edificio più rappresentativo di Macerata, nel quale si riflettono la cultura e i valori della città.

Realizzato fra il 1819 e il 1829 per volontà di un gruppo di 100 cittadini benestanti maceratesi, come ancora oggi testimonia la grande iscrizione sul fronte dell’edificio, con a capo Guarnieri Pacifico e il Gonfaloniere Nicola Ranaldi che, versando una cospicua quota pro capite, finanziarono appunto al fabbrica dell’edificio. Nell’Italia della seconda metà dell’Ottocento, il gioco della palla con bracciale, era divenuto lo sport nazionale e in molte importanti città si andavano allestendo spazi adeguati per permettere le sfide tra le squadre e in modo da poter accogliere grandi masse di tifosi. Il consorzio dei cento cittadini volle risollevare gli animi del popolo maceratese, che aveva attraversato un ventennio politicamente ed economicamente disastroso, dando alla città un grande edificio non solo per il gioco della palla al bracciale, ma anche per i pubblici spettacoli.

La realizzazione dell’edificio non fu facile: dopo il susseguirsi di una serie di progetti, si aggiudicò l’incarico l’architetto settempedano Ireneo Aleandri. La direzione dei lavori venne assegnata all’ingegner Salvatore Innocenzi. Caratterizzano la struttura dello Sferisterio, il grande muro rettilineo, alto 18 metri e lungo 88, e l’elegante successione di arcate scandite da 56 colonne che sostengono il doppio ordine di palchi e la balconata in pietra che costituisce la cornice di chiusura in alto. Durante il corso degli anni, la vocazione primaria per cui l’edificio fu costruito venne man mano a svanire dato che l’interesse per il gioco della palla col bracciale scomparse quasi completamente. Già a partire dal 1871 l’arena veniva però utilizzata per rappresentazioni teatrali, ma è grazie a un folto gruppo di appassionati che intorno al 1904 si cominciò a pensare di usare questo spazio per spettacoli d’opera lirica con alcune rappresentazioni della Norma. Nel 1921 Pieralberto Conti rilanciò il progetto allestendo la prima grande rappresentazione lirica: l’Aida. Venne costruito un ampio palcoscenico, si aprirono tre portali sul muro di fondo per permettere l’ingresso e l’uscita degli attori e dei cantanti.

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