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Sante Monachesi | Tra Macerata e Parigi

Sante Monachesi | Tra Macerata e Parigi

Macerata

La mostra, curata da Maurizio Faraoni, nasce in occasione della donazione di un nucleo importante di opere grazie alla generosità della figlia Donatella Monachesi, allestite nelle sale della collezione permanente di Arte Moderna di Palazzo Buonaccorsi.

La metropoli, la mise en scène de la modernité, i circoli letterari, i grand boulevard di Haussmann, il caffè Poccardi da sempre ritrovo degli italiani a Parigi, il Louvre, la vita sui Quai, Gino Severini che insieme a sua moglie accoglie tutti, erano lì già dal 1906.

È qui a Parigi che Monachesi ricrea un riconoscibile linguaggio pittorico partendo da una descrittiva abbreviatura delle immagini tipicamente parigine, vedi le cupole du Sacré Coeur de Montmartre, del campanile di Saint Germain des Pres, l’Arc de Triomphe, le Moulin Rouge, i ponti sulla Senna e le frequentate terrazze dei caffè. Rimane affascinato dalla vivacità della metropoli, e come disegnatore viene stimolato dal libertinaggio di una società aperta e cosmopolita e certamente non può sottrarsi al fascino delle opere dei contemporanei Picasso, Matisse, Pignon e di tutta quella schiera di artisti della Nouvelle École de Paris.

Al repertorio tematico di questi ultimi aggiunge un suo personale accento con la tematica delle Clownesses, erotici nudi femminili pagliacceschi, nell’atto di danzare sospese nell’aria come le protagoniste di un eterno baccanale.

Suo merito specifico nel confronto con Parigi è di aver saputo uscire dai luoghi comuni dell’iconica impressione urbana.

Il suo processo astrattivo inizia con una riduzione degli elementi raffigurati nel contesto di squarci delle strade parigine per concentrarsi via via sulla pura bidimensionalità dei “muri ciechi”.
Macerata e Parigi un gioco di connessioni mentali che si creano tra due luoghi così differenti, un artista che fugge più volte dalla provincia italiana ma ne fa ritorno sempre.

L’artista

Sante Monachesi nasce a Macerata nel 1910, dove frequenta la Scuola d’Arte Professionale. Nel 1936 frequenta il corso di scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Il volume di Boccioni Pittura e scultura futuriste ispira la sua produzione artistica degli anni Trenta; con le strutture “spiraliche” e “diagonali” in pittura e scultura, nasce la sua personalissima extra plastica futurista.

Nel 1932 fonda con Bruno Tano e altri il Gruppo Futurista Umberto Boccioni, Movimento futurista delle Marche. È l’inizio di un intenso ritmo espositivo che vede Monachesi partecipare alle principali manifestazioni del terzo decennio: nel 1937 partecipa alla Esposizione Universale di Parigi; nel 1938 espone alla XXI Biennale di Venezia e alla Esposizione della Art Department della Columbia University di New York. Nel 1939 espone alla III Quadriennale di Roma, con la presentazione di Filippo Tommaso Marinetti. Dopo l’esperienza futurista proietta la sua ricerca nella elaborazione di una poetica figurativa attraverso larghi piani cromatici e sintetiche profilature che caratterizzano la sua pittura degli anni Quaranta e Cinquanta.

Sono di questo periodo i temi pittorici più noti di Monachesi, ispirati anche al suo soggiorno a Parigi nel dopo guerra; quali i Muri ciechi, le Parigi, i Fiori e le Clownesses. Monachesi, sempre interessato alla ricerca, disponibile a nuove avventure estetiche e ispirato dai nuovi materiali plastici realizza, negli anni Sessanta, le opere in gommapiuma ed in polimetilmetacrilato. In sintonia con queste nuove scoperte sulla materia e sulla energia, attraverso, anche, la conquista dello spazio e lo sconvolgimento della gravitazionalità, fonda nel 1964 il movimento «Movimento Agravitazionale» e stila il primo manifesto «Agrà».

Un movimento in cui l’utopia diventa credibile espressione estetica e si concretizza nella levità delle forme con le opere Evelpiuma. Questa esperienza è documentata dalla mostra “Legare e sciogliere”, l’Evelpiuma e l’Universo Agrà di Monachesi 1979, Parigi, Cappella della Sorbona. Negli ultimi anni, sempre attivo e pieno di curiosità per il futuro, continua la sua ricerca di scultore e pittore nella definizione di nuovi orizzonti per l’arte. La sua lunga carriera artistica è testimoniata da importanti ed approfonditi contributi critici sulla sua opera e da numerose mostre in Italia e all’estero. Muore a Roma nel 1991.

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