Io e la Pecorella di Livia Carboni
AUTORE:
LIVIA CARBONI
TITOLO:
Io e la pecorella
TESTO:
Il mio nome è Isabella e vivo a Rocca Varano.
All’età di cinque anni, mentre il mio papà faceva il pastore e lasciava brucare nei campi le sue pecore, io mi divertivo a cucire e a stendere i panni con la mia mamma.
Un giorno però, la mia mamma dovette andare a comperare del pane e quindi io restai con il mio papà nei campi.
Sedendomi sopra ad una roccia presi dei bastoncini per non annoiarmi ed iniziai a giocarci.
Ad un certo punto, osservai in lontananza delle nuvole di fumo che indicavano l’arrivo del nemico ed allora mio papà mi chiamò per dirmi che dovevamo subito tornare a Rocca Varano, ma proprio in quell’istante, qualcosa attirò la mia attenzione.
Mio papà convinto, si incamminò con tutto il gregge verso Rocca Varano e non si accorse che io mi ero fermata perché volevo salvare una piccola pecorella in difficoltà.
La pecorella, infatti, vedendo un serpente si era spaventata e nella fretta di fuggire si era ferita ad una gamba ed era rimasta indietro.
Vedendola in difficoltà, la accarezzai e tentai di prenderla in braccio per portarla con me, ma era troppo grande e pesante allora la accompagnai tenendola per il suo manto morbido e ci incamminammo verso Rocca Varano.
Quando mio papà si accorse della mia assenza, preoccupato chiese a tutti gli abitanti della Rocca se mi avessero visto, ma nessuno sapeva dove fossi.
Intanto la notte iniziava a scendere e mio papà era davvero preoccupato ed impaurito, ma non fece in tempo a chiamare aiuto per venire a cercarmi, che il nemico iniziò ad attaccare la nostra fortezza, tirando frecce infuocate.
A quel punto, io che stavo per ritornare, mi resi conto che la nostra fortezza era circondata dai nemici e non potevo rientrare dall’ingresso principale, allora rimasi nascosta dietro un grande cespuglio impaurita ed infreddolita, ma stringendomi forte forte alla pecorella riuscii a scaldarmi un po’.
In breve tempo, i nostri valorosi soldati, iniziarono ad avere il sopravvento sul nemico, che vedendosi sconfitto, iniziò a fuggire a gambe levate.
Fu in quel momento che mio papà mi vide spuntare da dietro un albero tra il fumo delle frecce infuocate ed uscendo di corsa, mi abbracciò piangendo.
Il Duca Giovanni di Gentile da Varano, per festeggiare la sconfitta del nemico, organizzò un grande banchetto per tutti gli abitanti della Rocca.
di Livia Carboni, Classe Quarta Istituto Comprensivo “U. Betti” Camerino – Plesso “Salvo D’Acquisto”