Chiesa di Sant’Elpidio
La chiesa della Pieve di Gualdo di Macerata è di origini molto antiche, risalenti al IV-V secolo, prima dell’arrivo di Longobardi e Franchi. Inizialmente dedicata a Santa Maria delle Petrelle, fu poi intitolata a Sant’Elpidio.
È stata la prima chiesa e parrocchia del territorio, con un ruolo centrale sia religioso che sociale, offrendo ospitalità a viandanti e pellegrini nel Medioevo. La Pieve aveva giurisdizione su varie chiese rurali nei dintorni (San Girolamo, Santo Stefano, gli Angeli, Santa Eurosia, Santa Maria in Vallicella) ed ebbe grande rilevanza storica, tanto che i signori Brunforte vollero sempre mantenerne il controllo anche dopo aver ceduto il castello di Gualdo. La chiesa, un tempo centro religioso e amministrativo in un'area agricola, riscuoteva le decime e offriva ospitalità ai pellegrini diretti verso luoghi sacri come Roma, Santiago e la Terra Santa. Nel 1290 è documentata per la prima volta. Nel Cinquecento era la principale chiesa del territorio, ma cedette il primato a San Savino per motivi pratici. Fu ristrutturata nel 1608 e presenta una struttura semplice a navata unica, con campanile a vela e un’abitazione adiacente un tempo destinata al pievano. L'interno, austero e con soffitto a capriate, è caratterizzato da un arco trionfale che separa lo spazio sacro da quello profano. Contiene un raro affresco con il “Cristo morto compianto dall’Eterno Padre”, attribuito a Simone De Magistris, e una grande tela settecentesca raffigurante la “Madonna del Carmine tra i Santi Elpidio e Simone Stock”, testimonianza della forte devozione locale. Nella sacrestia si trova anche un bassorilievo tardo-medievale con la Madonna in trono, San Paolo e un monaco, ricco di simboli religiosi.