Chiesa e Santuario di S.Sperandia
Il santuario intitolato alla compatrona di Cingoli santa Sperandia.
Eretta sulle vestigia dell’antico tempio cristiano-longobardo dedicato all’Arcangelo Michele, questa chiesa, più volte ricostruita a partire dal secolo XIII, conserva il corpo dell’omonima santa, monaca benedettina, nata a Gubbio ma vissuta e morta a Cingoli nel 1276, compatrona, con sant’Esuperanzio e san Bonfilio, della città. L’altare dedicato alla Santa, scolpito in pregiati marmi di Verona, fu terminato nel 1639. Sull’altare maggiore il dipinto del pittore seicentesco Pier Simone Fanelli raffigurante Il Miracolo delle Ciliegie, una delle più celebri vicende dell’agiografia di santa Sperandia. Sul primo altare di destra, la Madonna con bambino, dipinto del 1526, di Antonio da Faenza. Di grande pregio la cantoria e le due gelosie lignee, databili al XVII secolo, attribuibili alla celebre bottega degli Scoccianti Gli ultimi restauri, eseguiti in occasione del VII centenario della morte di S.Sperandia hanno portato all’apertura al pubblico della camera della Santa. Al confine dei territori di Cingoli e S.Severino, sul versante nord del Monte Acuto, in un’area naturalisticamente suggestiva ed intrisa di leggende assai antiche, si trova l’Eremo scavato nella roccia scelto dalla Santa, e di cui porta il nome. Sono le grotte dove visse Sperandia, conducendovi una vita di preghiera e di penitenza, intessuta, secondo la tradizione popolare, di eventi miracolosi.