Arena Sferisterio

Con la sua acustica naturale, più di 3000 posti, 104 palchi e un meraviglioso palcoscenico l’arena Sferisterio ospita nelle stagioni estive la musica lirica e significativi eventi musicali. Viene definita, e a ragione, “Officina delle meraviglie"
La storia
L’edificio è stato costruito tra il 1820 e il 1829 su iniziativa di un gruppo di soci, cittadini benestanti poi denominati caratanti, costituitisi in “Società Fondatrice del Circo” detto anche “Anfiteatro adatto specialmente al giuoco del pallone e pubblici spettacoli”.
I lavori iniziarono il 18 maggio del 1820, subito dopo l’approvazione della Segreteria di Stato Vaticana dell’ abbattimento del tratto di mura urbiche necessario alla nuova costruzione, sulla base di una perizia e di un progetto preliminare dell’ingegnere comunale Salvatore Innocenzi.
La cerimonia della posa della prima pietra avverrà solo il 2 ottobre del 1820 ma dal dicembre dello stesso anno fino al novembre del 1823 i lavori resteranno sospesi. Riprenderanno solo una volta risolti i complessi problemi legati alle scelte progettuali e all’incarico del progettista.
Con l’assegnazione dello stesso al giovane architetto Ireneo Aleandri nel dicembre 1823, si sciolgono anche i nodi economici, consentendo l’affidamento in appalto di tutti i lavori che sino a quella data erano stati condotti in economia diretta.
Ma già alla fine del 1824, con i lavori appena arrivati all’imposta del primo ordine degli archi esterni, Aleandri abbandona il cantiere per andare a lavorare altrove. Viene quindi richiamato in servizio Salvatore Innocenzi che condurrà i lavori fino all’ultimazione dell’opera nell’agosto del 1829.
Sarà solo a partire dal 1828, anno in cui Aleandri pubblicherà a Firenze i suoi disegni su come sarebbe dovuta essere l’opera originaria, che apparirà per la prima volta il termine Sferisterio.
Lo Sferisterio, con un grande muro rettilineo (18 x 88 m), un’elegante successione di arcate scandite da 56 colonne a sostegno di un doppio ordine di palchi e una balconata in pietra che funge da cornice di chiusura, ospita inizialmente il gioco della palla col bracciale, molto in voga nella metà dell’Ottocento, e dal 1909 il gioco del calcio e il nuovo gioco del lawn-tennis, con le dovute modifiche di livellamento della superficie interna dell’arena.
Ma l’anfiteatro, che viene costruito anche con l’intento di risollevare gli animi maceratesi dopo un ventennio economicamente e politicamente disastroso, è destinato a diversi tipi di spettacoli pubblici, tra cui la celebrazione di feste, l’organizzazione di giostre, parate equestri e manifestazioni politiche, l’accoglienza di circhi equestri e cacce di tori.
Dopo una prima serie di spettacoli teatrali sul finire del XIX secolo, dal 1914 si inizia a pensare seriamente che lo spazio della costruzione, quell’armonia interna tra il colonnato neoclassico, l’alto muro rettilineo e la grande area aperta centrale, possa essere perfetta cornice per gli spettacoli di opera lirica, che si avviano con alcune rappresentazioni della Norma di Bellini.
Ma è soltanto dopo la prima guerra mondiale, nel 1921, che Pietro Conti instrada quello che diventa il più prestigioso appuntamento dell’anno, oggi conosciuto in tutta Europa, allestendo l’Aida di Verdi come prima grande rappresentazione lirica dello Sferisterio, cui segue l’anno successivo La Gioconda di Ponchielli.
Si costruisce un ampio palcoscenico, vengono aperti tre portali sul muro di fondo creando ingressi ed uscite per gli attori, si allestisce un potente impianto elettrico, si scrittura un’imponente orchestra e si lancia una forte campagna pubblicitaria che ha grande risonanza.
Nel 1927 Macerata ha poi il vezzo di ospitare nell’anfiteatro Beniamino Gigli in un concerto vocale-strumentale, accompagnato dal maestro Amilcare Zanella, uno tra i più grandi direttori d’orchestra dell’epoca, il successo è tale che il ricordo ancora si perpetua nell’iscrizione celebrativa dell’ingresso principale.
Dopo l’interruzione delle manifestazioni nel periodo bellico e post-bellico del secondo conflitto, negli anni Sessanta il circuito lirico riprende la sua ascesa con nuovi allestimenti, un nuovo apparato illuminotecnico e l’apertura dei tre archi sullo sfondo del palcoscenico avviando un percorso duraturo e lastricato di successi che prende oggi il nome di Sferisterio Opera Festival.
Con la sua acustica naturale, più di 3000 posti, 104 palchi e un palcoscenico di dimensioni notevoli l’arena Sferisterio, che nelle attuali stagioni estive ospita significativi eventi musicali complementari al cartellone lirico (Musicultura Festival, concerti di musica leggera e jazz) viene definita, e a ragione, “Officina delle meraviglie”.