Chiesa Santa Maria delle Rose ed annesso ex Convento delle Benedettine

Lâedificio fa parte del complesso monastico, attualmente di proprietĂ comunale e sede del Comune e delle Scuole, che per molti secoli ha ospitato le monache benedettine, trasferitesi nel 1880 nella parte piĂš alta del paese.
Nella chiesa sono ora presenti gli uffici del Comune. Lâattuale chiesa, completamente ricostruita nel 1764, si presenta in stile barocco, articolato in unâunica navata, con un altare maggiore e due altari laterali decorati da un ricco apparato in stucco, originariamente arredati da dipinti ora conservati nellâattuale sede del monastero. La chiesa è caratterizzata da unâoriginaria ma non eccessiva sontuositĂ . Il soffitto è suddiviso in tre zone e presenta un delicato rivestimento in stucco bianco e celeste a formelle con rosette: Al centro della prima fascia partendo dal fondo è dipinta, a tempera su muro, la figura di San Giuseppe; segue la Vergine assisa sulle nuvole nel riquadro centrale, mentre lâultimo scomparto è dedicato allâEvangelista Giovanni. Lâapparato decorativo continua con quattro medaglioni ovali allâinterno di cornici in stucco decorate a motivo fitomorfo: in queste cornici erano una volta le quattro tele ovali, dipinte nel 1797 dal maceratese Costanzo Alberti, raffiguranti episodi della vita di S. Benedetto, ora sistemate sul soffitto del coro delle Benedettine nel monastero di Via Castello. Sullâaltare maggiore una volta era sistemato il grande dipinto dâinizio Seicento raffigurante la Madonna delle Rose e i S.S. Benedetto, Pietro Apostolo e Francesco da Paola, attribuito al pennello del pittore ginesino Domenico Malpiedi; lâaltare in cornu Evangelii era dedicato alla Divina Pastora e vâera posta la pala con quel soggetto dipinta nel 1776 da Nicola Monti di Ascoli Piceno; lâaltare in cornu Epistolae era invece dedicato a S. Luigi e vâera posto un semibusto del Santo. I dipinti di cui sopra si trovano ora nel Monastero di Via Castello. Come in tutti i casi di templi e cappelle annesse ai monasteri femminili, sul fondo si nota la grata che metteva la chiesa in comunicazione con il Coro (ora sala del Consiglio Comunale) da cui le religiose ascoltavano la Messa, ed altra grata, posta sul fianco sinistro, da cui era loro possibile ricevere lâEucarestia e al cappellano ascoltare le Confessioni. In alto, sopra la grata del Coro, vâè poi lâelegante cantoria, decorata con graziosi stucchi, dove era sistemato lâorgano, andato perso. I lavori di restauro voluti dalla badessa Cardelli non si limitarono alla pura fase conservativa, ma in quellâoccasione lâedificio subĂŹ una profonda trasformazione, come risulta facilmente desumibile da una attenta osservazione delle mura esterne, dove sono ancora ravvisabili tracce di un antico portale a ogiva e ricuciture in facciata con mattone a vista di strutture databili ad epoche differenti.