Ricettività
Monastero Benedettine “S. Caterina V.M.“

Monastero Benedettine “S. Caterina V.M.“

Monastero

Dedichiamo un po’ di attenzione alla storia di un prezioso e antico dono del nostro paese di Monte San Martino: il Monastero Benedettino di Santa Caterina V.M. Per la nascita del Monastero non c’è una vera e propria data scritta, ma vi è la certezza che sia stato fondato prima dell’anno 1000; infatti, le monache raccontano, che, Padre Reginald Gregoire, defunto monaco Benedettino a Fabriano, professore di storia, fece una ricerca proprio sul suddetto Monastero e scopri che fu il terzo più antico della provincia di Macerata. Il monastero, costruito sulla roccia, è formato da quattro piani: la cantina, la lavanderia e due piani di camere. La storia racconta che è sempre stato un Monastero femminile e la presenza delle monache fu constante, dedite alla preghiera e al lavoro secondo la Regola di San Benedetto. Hanno attraversato gli anni bui del governo napoleonico affrontando con fede e coraggio ogni vicissitudine. Nel 1810 infatti arrivò il Decreto di Napoleone che ingiungeva a tutti gli ordini religiosi di lasciare il proprio abito, il Monastero e tornare ognuno nella propria famiglia. Da recenti scoperte storiche sappiamo che anche le monache del nostro Monastero furono costrette ad obbedire a tali disposizioni, e tanta fu la sofferenza che dovettero vivere. Nel 1815 Madre Fortunata Anibaldi dopo aver “escogitato” un piano riuscì a tornare nel Monastero con altre sei monache e a stabilirsi al suo interno sotto altra forma da quella religiosa; ad esse più tardi si ricongiunse anche Donna Crocifissa Leopardi discendente del famoso poeta Recanatese Giacomo Leopardi. Il loro coraggio e la fedeltà alla propria vocazione furono premiati nel 1822 quando fu ufficialmente ristabilita la vita monastica con la Ripristinazione del Monastero. Le monache iniziarono a pagare un affitto che portarono avanti fino al periodo dell’Unità d’Italia e per risolversi economicamente cuocevano il pane per tutto il paese costruendo un forno a legna. Nel 1906 riuscirono finalmente a riscattare il Monastero pagando tutte le tasse e successivamente nel 1945 anche l’orto. La vita di clausura a quei tempi non era come quella odierna, ma molto più severa, non c’erano tutti gli aiuti che ci sono oggi, esse facevano una vita di penitenza e di amore verso il Signore. Da un documento ritrovato si legge che alle ragazze intenzionate ad entrare in Monastero era richiesto un minimo di istruzione, dovevano saper leggere e scrivere; dovevano avere la capacità economica per vivere di “rendita” e quindi essere benestanti e portare una dote. Si legge altrove che in seguito il Vescovo per aiutare le monache affiancò loro un Sacerdote che teneva la contabilità del Monastero e le istruiva. La loro vita Monastica attraversò alti e bassi, la preghiera nutriva sempre il loro spirito e infondeva coraggio nei passaggi difficili della storia che si presentavano (in particolare le due guerre mondiali). Il Signore le ha condotte fino ad oggi e, nonostante il terremoto che ha sconvolto la loro vita, rendendo inagibile il Monastero e costringendole a vivere nella vicina foresteria, restano una presenza significativa per il Paese e per la vita di fede. La Comunità è composta di 15 monache che seguono ancora la Regola di San Benedetto, il cui centro è la Liturgia delle Ore che si svolge in Coro sette volte al giorno, la celebrazione dell’Eucaristia e la Preghiera personale; esse innalzano continue preghiere a Dio per il mondo e la Chiesa. Ogni monaca, nell’ obbedienza, si occupa dell’attività in cui essa è più abile in modo da esprimere nei migliori dei modi la propria creatività. Ci sono molte mansioni di cui le monache si occupano: il ricamo; l’iconografia che ha l’obbiettivo di trasmettere un messaggio di Dio tramite un’ immagine ( arte russa e bizantina che ritrae immagini sacre come ad esempio la Madonna col Bambino, Gesù , le Croci, i Santi, la Sacra famiglia, ecc..); la preparazione di marmellate, liquori, tisane; vino cotto e vari dolci; fiorente è la fattoria domestica e la coltivazione dell’orto interno e della campagna. Tutti questi prodotti sono acquistabili. Negli ultimi anni si è resa necessaria anche la raccolta di vestiti per i più bisognosi in collaborazione con il Paese con cui si è instaurato un rapporto di fiducia e di aiuto reciproco anche in questo tempo in cui il Covid ha messo a dura prova tutti noi. L’attuale Comunità Monastica vive nella speranza di poter rientrare nell’antico Monastero per continuare a cantare le Lodi del Signore come hanno fatto le loro Consorelle per più di mille anni. E questo è l’augurio più bello che possiamo fare loro!

Comune
Monte San Martino
Indirizzo
Via Giacomo Leopardi, 44, 62020 Monte San Martino MC
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